martedì 29 settembre 2009

Concerto di Ambrogio Sparagna

Ambrogio Sparagna


Domenica 20 settembre Cisterna di Latina , la Settimana della Cultura Popolare si chiude con un concerto di musica,popolare ovviamente.
Il protagonista è Ambrogio Sparagna-http://www.ambrogiosparagna.it/ uno dei principali artefici del crescente interesse per questo genere di musica.
Ambrogio Sparagna lo sentiamo come un concittadino , è infatti originario di Maranola un paese del Sud della Provincia di Latina , ed anche lui ci tiene a sottolinearlo e tutti se ne sentono orgogliosi.


I suoi concerti sono a dir poco trascinanti , trasmettono una grande carica di energia ed anche allegria e stupore. Lo stupore viene dal sentire canzoni di antica cultura popolare – prevalentemente contadina – apparentemente così lontana dal nostro iper -tecnologico mondo- eppure capace di conivolgerci esprimendo con parole semplici, comprensibili anche se dialettali, i sentimenti più puri dell'animo umano : l'amore, la speranza , l'evasione fantastica e il desiderio di armonia e felicità, ma capace anche di evocare l'immagine di animali, di elementi di una natura – quasi dimenticata- da molti , ma la sola capace di riportare l'armonia nell'animo.
Come nella storia narrata nella canzone “Fiore d'Aprile” dove il protagonista affida ad un falco veloce il compito ed il potere di riportargli la donna amata.

O anche come nella storia del “sonatore” Roccano che accoglie i suoi compaesani nel mantice del suo organetto che per magia diventa enorme , accoglie tutti e si alza in volo , sulle ali delle melodie musicali , portando la gente del paese fuori dall'”ammuina” verso “un altro mondo senza più paura”. due musiciste ballano durante il concerto

E bravo è Ambrogio Sparagna a commentare e spiegare alcuni testi , lo fa anche lui con parole e concetti semplici , ma che parlano al cuore e così il pubblico presente – un pubblico popolare di lavoratori , in naturale sintonia con il musicista e le canzoni che propone- lo applaude e lo interrompe con un bravo!
E così il pubblico di Cisterna- l'antica romana Tres Tabernae, città di unione di culture diverse- applaude , batte le mani seguendo i ritmi veloci ... e balla ...e così si ripete la magia della musica .... come nella storia di Roccano suonatore.
Ambrogio Sparagna : Vorrei ballare

martedì 22 settembre 2009

Sasso di Palazzo Borghese.Monti Sibillini

un versante dei Monti SibilliniDomenica 30.08.09 escursione del gruppo CAI di Latina- http://www.cailatina.com/ - sui Monti Sibillini: Monte Porche- Sasso di Palazzo Borghesehttp://www.sibillini.net/
L'escursione è ad anello , si parte da località Le Prata – poco dopo Castelluccio di Norcia,sopra il cosiddetto “Pian Perduto” (parte della piana chiamata così perchè “persa” dall 'Umbria e “acquistata” dalle Marche)diretti verso Monte Porche e Sasso di Palazzo Borghese.
Nella salita ci colpisce il paesaggio quasi “lunare” , montagne brulle senza vegetazione tranne alcune “macchie” lasciate per il rifornimento di legname.

I Sibillini infatti ,dal 1500, furono disboscati per essere utilizzati per il pascolo degli ovini che raggiunse proporzioni gigantesche , contando circa 2 milioni e mezzo di capi. Tale allevamento intensivo si protrasse per tutto il 1800 , dando vita ad importanti lanifici ed iniziando a diminuire solo dopo la prima guerra mondiale, per la concorrenza delle fibre sintetiche.

La pratica dell'allevamento , protrattasi per secoli , ha modificato la composizione del terreno , rendendolo troppo azotato e non in grado di far nascere le faggete , normalmente presenti a queste quote. Anche il rimboschimento tentato è fallito e solo ora cominciano a nascere piante pionere : rosa canina e ginepro che nel giro di un centinaio di anni, piano piano, modificheranno nuovamente la composizione del terreno, ripermettendo la nascita degli alberi tipici della montagna: ornielli , faggi, carpini.

Su Monte Porche – 2233 m.- il panorama è molto bello su tutta la catena dei Sibillini e in lontananza i Monti della Laga , dal versante marchigiano salgono fitte nuvole che in breve avvolgono la base di Sasso di Palazzo Borghese verso cui ci dirigiamo, seguendo il sentiero. Sasso di Palazzo Borghese

Il Sasso di Palazzo Borghese è un massiccio calcareo con il bordo frastagliato che precipita a picco verso il basso , a tratti è avvolto da lembi di nuvole , la visione è decisamente affascinante e imponente e il Sasso sembra il “guardiano” di Palazzo Borghese – la montagna di fronte ,dal singolare nome dovuto alla somiglianza che i pastori,vedendola da lontano, ravvisavano con i palazzi nobiliari di Roma.

Sul sentiero, che passa lateralmente, una numerosa fioritura di steCorsivolle alpine dell'Appennino dal colore bianco che assomiglia a quello delle nuvole che di frequente le avvolgono. stella alpina dell'Appennino
Proseguiamo lungo il cosiddetto sentiero imperiale , che nell'antichità metteva in comunicazione il Piceno con Roma , deviamo ad un certo punto per scendere verso Castelluccio di Norcia, il piccolo grazioso paesino , che si erge su “Pian Grande” e dove chiudiamo il nostro giro ad anello.

venerdì 11 settembre 2009

Mostra:Etruscomix

tavola di Milo ManaraLa mostra Etruscomix ,allestita presso il Museo Etrusco di Villa Giulia, presenta un originale e accattivante mix collaborativo tra arte antica-nello specifico arte etrusca- ed una delle forme artistiche e narrative dei nostri giorni : il fumetto.
E come l'una si rafforzi con l'altra è subito evidente dalla prima tavola di Milo Manara , posta al lato del famoso Sarcofago degli Sposi.
La tavola ,che è diventata il manifesto rappresentativo della mostra EtrusComix ,raffigura un'affascinante ragazza – con una lucerna in mano- che sulla soglia di un'ipotetica porta ,quasi fuoriuscendo dal foglio, invita lo spettatore/visitatore ad entrare nella sala del banchetto, rappresentato dietro di lei.



La sala del banchetto è una delle immagini più significative della civiltà etrusca che meglio rappresenta questa società che – sola tra quelle antiche – ammetteva le donne ai bancheIl Sarcofago degli Spositti , rappresentandole in posizione di pari dignità con l'uomo.
Bellissimo poi il famoso Sarcofago degli Sposi che raffigura una coppia semisdraiata sul triclinio: i visi resi con i caratteri “ionici” tipici dell'arte etrusca del tempo: i volti ovali , gli occhi a mandorla,la bocca sorridente con le labbra arcuate (nel famoso sorriso arcaico), il mento rotondo.
Bello il gioco delle mani : protese quelle di lei con l'atteggiamento gesticolante di chi parla , aperta -quasi a mostrare la donna – la mano di lui.
La rigidità dei corpi si anima nei gesti e nei sorrisi , facendone figure che conquistano lo spazio, come in una rappresentazione teatrale.



In un'altra sala dedicata alla comunità di “Falerii” , sono collocate le tavole di Alessandro Rak – titolate “Adonie”- e che hanno per protagonista un tombarolo che sogna di trovarsi a Cerveteri durante le Adonie , le feste dedicate ad Adone e che, attraverso il sogno ,sembra ritrovartavola di Alessandro Rak.EtrusComix.EtrusComixe il rispetto della storia e del luoghi.

Intorno , nella sala , sono esposte bellissime ceramiche attiche a figure nere e rosse che testimoniano la ricchezza della comunità di Falerii- una delle dodici principali città etrusche- , in grado di acquistare le preziose ceramiche provenienti dall'Attica- la regione della Grecia produttrice ed esportatrice , in tutto il Mediterraneo, dei raffinati vasi in ceramica.
Altre tavole presenti nelle varie sale sono di : Claudio Stassi,Paolo Parisi,Michele Petrucci.
Mentre nelle altre sedi dove si svolge la mostra e cioè a Cerveteri e Tarquinia vi sono i lavori di altri giovani artisti: Francesco Cattani e Marino Neri.



La mostra resterà aperta fino al 25 ottobre.

Recensione di Maria Di Tano

domenica 6 settembre 2009

Monte Vettore.Monti Sibillini



Piana di Castelluccio coperta di nebbiaSabato 29 agosto si sale al Monte Vettore – la vetta più alta dei Monti Sibillini – all'interno del Parco dei Monti Sibillini – http://www.sibillini.net/ - con il CAI di Latina http://www.cailatina.com/ .
Il punto di partenza è il valico di Forca di Presta a cui si sale dalla spettacolare Piana di Castelluccio di Norcia, dove vengono coltivate le famose lenticchie.

Già arrivare a Forca di Presta è uno spettacolo perchè una fitta nebbia copre tutta la piana, e mentre si sale la vediamo in basso , così fitta , spumosa , soffice che ci dà l'idea di un'enorme distesa di panna montata.
Il valico , come sarà poi lungo quasi tutto il sentiero che sale al Vettore , è battuto da un forte vento che mitiga un po' il sole che, a dispetto di alcune previsioni , ci ha sempre accompagnato.

La salita al Vettore ,che è di circa 950 metri di dislivello, è considerata impegnativa per vari motivi: totale assenza di alberi , vento , lunghi tratti molto ripidi.
Ma il panorama è bello e poco dopo i nostri sforzi sono premiati dall'emozione della visione di un'aquila reale che ci passa sulla testa a poca distanza , veleggia piano con le grandi ali spiegate e possiamo ben osservare le macchie chiare al di sotto delle remiganti che ce la fanno individuare come un esemplare adulto , è “accompagnata” - come capita spesso – da un gheppio che vola quasi attaccato .

La vegetazione è scarsa ma la carlina aculea dai bei fiori argentaticarlina aculea mitiga l'asprezza delle rocce e del sentiero.
All'inizio del tratto finale sulla sinistra si apre l'imponente anfiteatro di pareti rocciose ,al di sotto delle quali c'è il famoso Lago di Pilato ,il cui nome è dato dall'antica leggenda che vuole che il corpo del famoso procuratore romano fosse trascinato ,da alcuni buoni, fino alle acque del lago. anfiteatro di monti intorno al lago di Pilato

Il lago si forma esclusivamente con le acque dello scioglimento della neve e al suo interno vive
il famoso chirocefalo dei Marchesoni, un piccolo crostaceo che è presente sulla terra solo nel lago di Pilato, una specie endemica,“relitto” di epoche antichissime.

In prossimità della vetta vediamo i lattiginosi fiori della stella alpina dell'Appennino che sapevamo essere una caratteristica delle vette più alte dei Monti Sibillini.
Sulla vetta il panorama è stupendo : tutto il versante marchigiano a destra , con colline e basse montagne boscose e le creste e le alte cime dei Sibillini a sinistra.

Andando via intravediamo bene, sulla parete laterale del Monte Vettore, una particolare frattura chiamata sentiero delle fate che la leggenda vuole essere stata lasciata dalle fate che rientravano in fretta nell'antro della Sibilla che si apre sull'omonimo Monte.
Tante leggende..sui Sibillini!

Maria Di Tano
Latina,31.08.09