domenica 28 giugno 2009

Mostra : "Mura Megalitiche del Lazio meridionale"

Mura di Ferentino


Presso il Complesso del Vittoriano si sta tenendo in questi giorni un'interessantissima mostra – ad opera della Regione Lazio e ad ingresso gratuito – su Le Mura Megalitiche del Lazio Meridionale.
La mostra si apre con una bella frase di un importante studioso del Lazio dei primi del '900:
Ferdinand Gregorovius il quale diceva “..Quando vidi queste pietre nere e titaniche conservate così bene , come avessero soltanto degli anni , invece di essere antiche di millenni, la mia ammirazione per la potenza umana divenne molto più grande di quando avevo visto il Colosseo a Roma.”
Il territorio laziale preso in evidenza per la presenza delle mura megalitiche è quello della provincia di Frosinone anche se non mancano riferimenti storici ad alGrassettotre importanti testimonianze presenti nel territorio della provincia di Latina , quali le mura dell'antica città di Norba (Norma) e quelle dell'acropoli del Circeo.
La mostra presenta una serie di pannelli e foto dei principali siti dove sono presenti tali imponenti mura megalitiche e questi sono : Alatri , Arpino, Ferentino, Cassino , Sora , Veroli.
Sono poi presenti su grandi schermi suggestive proiezioni di foto di queste antichissime costruzioni, Mura Di Arpino presenti e visibili nei paesi di Supino,Ceccano, Filettino,Collepardo,Castrocielo,Vicalvi , Monte S.Giovanni Campano e Posta Fibreno.

Antiche denominazioni delle mura megalitiche
Queste mura venivano fino a tutto l'Ottocento denominate come: ciclopiche,pelagiche ,saturnie.
Tali nomi derivavano da antichi miti greci e furono coniati dalla cultura ottocentesca.
I mitici Pelagi “uomini del mare” erano una stirpe antichissima abitante della Grecia prima degli Elleni e poi spostatasi in Italia nel territorio che va da Ostia a Minturno.
Mura Saturnie perchè fatte risalire al dio Saturno, dio dell'Olimpo detronizzato da Giove e arrivato in questo territorio sempre secondo questi antichissimi miti.
Mura ciclopiche , denominazione questa più conosciuta e risalente ai mitici Ciclopi fratelli di Saturno che avrebbero costruito tali imponenti costruzioni

Tecniche Costruttive

Molto interessante è poi la sezione della mostra che spiega la tecnica di costruzione che consisteva nel selezionare le pietre affioranti per poi farle arrivare sul sito prescelto con l'aiuto di slitte , rulli lignei e corde.
Dopo avere anche tagliato le pietre, queste venivano posizionate a secco senza leganti e a questo primo livello , si aggiungeva posteriormente un secondo strato fatto di pietre più piccole e più irregolari, il tutto veniva posto su “declivi intagliati preventivamente con un vero e proprio terrapieno”.
La realizzazione di queste mura dette anche poligonali veniva affidata a delle maestranze che nel corso del tempo si specializzarono sempre più.
Le mura megalitiche si ritrovano anche in altre zone d'Europa - famose sono quelle di Tirinto e Micene- e risultano essere opere spontanee realizzate da etnie diverse ,senza forme di comunicazione tra loro.
Incisioni
Completano la mostra poi diverse opere artistiche quali le incisioni ad acquaforte realizzate da Maria Candidi Dionigi importante artista e letterata romana operante nei primi del '900 a Roma e nel Lazio e altre incisioni e stampe realizzate da altri pittori dell'800: Dodwell e Middleton e sempre raffiguranti le maestose mura megalitiche o il paesaggio circostante i paesi.
Recensione di Maria di Tano

giovedì 11 giugno 2009

"Fotografia Festival 2009"- Recensione

Fotografia festival 2009
Si sta tenendo in questi giorni presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma -http://www.palazzoesposizioni.it- il Fotografia Festival 2009, sono esposte foto e video di fotografi e artisti di tutto il mondo.
Il tema fondamentale è “Declinazioni della gioia” , ma ve ne sono altri come “Attraverso la finestra”, “Dall'anima al corpo”, “ Viaggio nel Caucaso Russo” e “Roma occulta”-

Una scelta dei curatori della mostra , enunciata su un pannello esplicativo – è stata quella “..di
trovare una forma espositiva che aumentasse le potenzialità della fotografia , con la scelta di realizzare un unico percorso di proiezioni e video , il più delle volte supportato dal suono”:
Effettivamente con tale scelta , in particolare per alcune sequenze di immagini, come ”Waterfront” di Filippo Romano e “Ed ora vivo alla luce del sole” di Fernanda Veron, l'unione di immagini e musica crea una particolare suggestione. La prima sequenza rappresenta persone di fronte all'acqua
del mare, bellissimi sono i riflessi della luce sull'acqua e le immagini dai contorni sfumati , quasi visioni oniriche . L'altro gruppo di foto rappresenta vari ambienti , naturali prevalentemente: colline, terrazzamenti, strade alberate e fuochi e tutti hanno per protagonista la luce.

Nella sala grande scorrono le foto di vari fotografi , le più coinvolgenti e suggestive sono quelle del “The Paranà River Delta” che rappresentano uomini e donne “immersi” nella vegetazione fluviale del fiume e così si vede una ragazza che riposa su un ammasso di enormi piante , oppure un uomo che falcia altissime canne, ragazzi nelle canoe ed anche la vegetazione fluviale nella notte ed al sorgere del sole. Sono immagini grandi, nitide , immobili, figure quasi scolpite e sospese nella grandiosità del contesto naturale.

Nelle foto di “Attraverso la finestra” di Giorgio Barrera, lo sguardo “penetra “ all'interno di finestre aperte in palazzi di varie città europee, alcune immagini hanno un effetto quasi di irrealtà , altre
suscitano curiosità ed interrogativi , in tutte l'”ordinarietà” della situazione , assume, grazie alla foto,un carattere di “straordinarietà” ed “eccezionalità” e così anche la situazione più normale colpisce e stimola interrogativi.

Molto belle anche le foto che rappresentano persone e momenti di vita del Caucaso russo di Davide Monteleone, qui è un mondo tanto lontano dal nostro e la capacità di coglierne aspetti significativi, ad affascinare il visitatore.
La mostra resterà presso il Palazzo delle Esposizioni fino al 2 agosto.

Recensione di Maria Di Tano

domenica 7 giugno 2009

Cronaca di un 'escursione :Il Lago Vivo

Domenica 24 maggio c’è l’escursione del CAI di Latina- Lago Vivohttp://www.cailatina.com/ - al Lago Vivo nel Parco Nazionale d’Abruzzo , qualcuno di noi già conosce il luogo , ma molti non l’hanno mai visto in primavera.
Saliamo dal Vallone dell’Inferno poco più su del paese di Barrea che si affaccia con una splendida vista sull’omonimo lago.
Il vallone si risale con una salita ininterrotta di circa 500 metri , ma per fortuna , dato il gran caldo , è tutto ombreggiato da una bella faggeta, coperta di neve nella parte più alta fino a due settimane prima.

Finalmente arriviamo su un piano e il manto di foglie secche lascia spazio a prati verdi coperti di fiori con il giallo dei ranuncoli che spicca su tutto.
D’improvviso si apre davanti a noi il bellissimo spettacolo del Lago Vivo, è insolito vederlo così perché è pieno d’acqua, un vero lago che si trova al centro di una conca circondata da alte montagne ancora innevate.
D’estate questo piccolo lago è poco più di una pozza d’acqua , ma ora , che la neve si è sciolta da poco, mostra quest’insolito aspetto da laghetto alpino , con le acque pulite e cristalline.

Molti di noi non resistono alla tentazione …e così ci leviamo gli scarponi e, tirandoci su i pantaloni , ci immergiamo nelle belle e ….gelide acque!
Usciamo stando bene attenti a non calpestare i bei fiori della genzianella che brillano qua e là con il loro viola intenso.

Riprendiamo il cammino e consumiamo il nostro “pasto” sul cosiddetto belvedere posto più in alto e più distante dal lago. E’ un campo solcato termine geologico che definisce dei grandi massi di calcare solcati da fratture orrizontali e parallele.

Il “belvedere” si affaccia su un vallone sovrastato dalle cime innevate dei Monti della Meta : lo spettacolo è mozzafiato : il verde intensMonti della Metao delle faggete che ricoprono le pendici dei monti fa un fantastico contrasto
con il bianco delle cime , in sottofondo il rumore del torrente che scorre nel vallone.

All fine dei nostri panini gustiamo , come sempre, le deliziose ciambellette al vino portate da Graziella e l’immancabile liquore al mirto di Mario.
La discesa avviene dal versante che si affaccia sul Lago della Montagna Spaccata , fa molto caldo e il percorso è in gran parte esposto al sole , soffriamo un po’.. e così alla fine ci riversiamo nel bar della piazzetta di Barrea.
Mangiamo i nostri gelati e beviamo le bibite di fronte al lago di Barrea- bellissimo tra l’altro!- mentre alcuni abitanti del paese conversano amichevolmente con noi .


Latina ,28.05.09

Maria Di Tano